Nella stesura di un curriculum vitae ideale ci sono varie cose da tenere in considerazione. Del resto, il CV è il proprio biglietto da visita completo, ciò che fa “le proprie veci” quando si tratta di fornire il migliore ritratto di sé e di esperienze e competenze davanti a futuri datori di lavoro. Per questo motivo non basta inserire informazioni coerenti e interessanti, ma anche il modo in cui le si espone è molto importante.
A tal proposito, in questo articolo vedremo l’importanza dei verbi di azione, e come il loro utilizzo può rendere il curriculum decisamente più persuasivo. I verbi d’azione utilizzati all’interno del curriculum consentono di comunicare chiaramente i tuoi punti di forza e i tuoi risultati. Ma come utilizzarli?
Quali sono i verbi d’azione
Quando ci si appresta a esporre un fatto, qualcosa che si è compiuto, lo si può esprimere in forma attiva o passiva. Nel primo caso è il soggetto che compie l’azione ad essere il protagonista, come per esempio: “Francesca ha adottato un gatto”. La frase diventa passiva nel momento in cui è il gatto adottato da Francesca ad essere il protagonista, ovvero: “Un gatto è stato adottato da Francesca”. Quando si parla di verbi d’azione in un curriculum, ci si riferisce a verbi che vengono mantenuti nella loro forma attiva.
Ovviamente, questo non basta se il verbo in questione non veicola un gesto d’azione. In ambito lavorativo, e quindi all’interno di un curriculum, i verbi d’azione possono per esempio essere:
- Eseguire (“Ho eseguito questa specifica mansione”)
- Progettare (“Ho progettato un nuovo macchinario”)
- Organizzare (“Ho organizzato i turni lavorativi di tutto il team”)
- Allestire (“Ho allestito le sale adibite alle conferenze”)
- Monitorare (“Ho monitorato l’andamento delle vendite”)
- Sviluppare (“Ho sviluppato un piano d’azione innovativo”)
- Migliorare (“Ho migliorato la produttività generale”)
- Ottenere (“Ho ottenuto riconoscimenti dal mio superiore”)
- Contribuire (“Ho contribuito alla creazione di una nuova procedura”)
- Influenzare (“Ho influenzato positivamente gli altri membri del team”)
- Avviare (“Ho avviato una nuova procedura”)
Contribuire e implementare
È chiaro che i futuri datori di lavoro vorranno sapere cosa hai fatto in precedenza, ma non abusare di alcuni verbi d’azione come “eseguire”. Questo perché ciò che più importa non è tanto quello che hai fatto, quanto piuttosto come lo hai fatto. In tal senso sarà fondamentale dare spazio ad espressioni come “contribuito”, “implementato”, per dimostrare che la propria presenza all’interno delle precedenti aziende ha dato risultati e, con buona probabilità, fatto la differenza in senso positivo.
Ovviamente non bastano verbi d’azione di per sé se non si può menzionare un contributo tangibile. Per esempio, scrivere “Ho contribuito alla crescita dell’azienda” non è sufficiente, mentre può essere più appropriato riportare “Ho contribuito alla crescita del fatturato mensile con una percentuale del 20%”.
L’importanza di aver “collaborato”
Il verbo “collaborare” in forma attiva è al giorno d’oggi estremamente importante. Questo perché molte aziende desiderano avere personale versatile, con esperienza interfunzionale, in grado di lavorare con diverse persone e in team. Dimostrare quindi di aver lavorato in gruppo e di saperlo fare in maniera efficace risulterà essere un punto in più per poter fare colpo ed essere assunti.
Allo stesso modo l’aver condotto un team più inesperto è certamente da menzionare all’interno di un curriculum, poiché mette in risalto anche le proprie doti di leadership. Anche in questo caso, l’informazione dovrebbe essere accompagnata dal miglioramento derivante da tale dote e capacità, per esempio “Ho guidato efficacemente un team di 5 professionisti nell’elaborazione di nuovi protocolli per migliorare il sistema”.
Gli errori più comuni
Oltre all’utilizzo di verbi in forma passiva, molti candidati spendono tempo ed energie nella ricerca di un lessico quanto più forbito possibile nel tentativo di mettere in risalto la propria intelligenza e capacità espressiva. In realtà, molte volte i curriculum risultano essere pesanti e poco leggibili, oltre al fatto che molte informazioni principali passano in secondo piano. Le statistiche parlano chiaro e riportano che generalmente un reclutatore di CV spende un paio di minuti per passare in rassegna un curriculum, e solo se molto interessato procede oltre approfondendo. Ciò significa che se un curriculum appare troppo complicato anche dal punto di vista lessicale sarà controproducente. Allo stesso modo i paragrafi non dovrebbero essere troppo lunghi, ma ben scanditi e chiari.
Di qui viene messa in risalto ancora di più l’importanza dei verbi d’azione, che nella loro semplicità sono in grado di dare un forte impatto al proprio CV e alle esperienze e capacità che sono presentate al suo interno.
A ogni professione i suoi verbi d’azione
Risulta evidente che non tutti i verbi d’azione sono versatili e utilizzabili per ogni professione per la quale ci si propone. In questo caso sarà fondamentale il tuo discernimento nello stabilire quali verbi risultano più appropriati per il tuo lavoro. Considera per esempio il verbo “persuadere”: utilizzato in un contesto di marketing, dove c’è un forte orientamento alla vendita, ovviamente è perfetto e apprezzato (esempio adeguato: “Ho persuaso nuovi clienti all’acquisto di pacchetti Premium”). Diversamente, lo stesso verbo utilizzato in un contesto di insegnamento (esempio da evitare: “Ho persuaso i miei studenti a studiare in modo approfondito”) non suona altrettanto bene. Allo stesso modo, un verbo come “incoraggiare” che può risultare ottimo in un contesto di lavoro nel sociale (esempio adeguato: “Ho incoraggiato i ragazzi nelle attività quotidiane”) è meno consono quando si tratta di lavori di contabilità (esempio da evitare: “Ho incoraggiato gli altri membri del team per velocizzare i processi lavorativi”).
Bonus: usali anche nella lettera di presentazione
Tieni presente che la tua lettera di presentazione deve essere in linea con il tuo curriculum. Per questo dovresti valutare di inserire parole chiave e verbi d’azione anche qui. Come per il tuo curriculum, se hai già una lettera di presentazione pronta, correggila andando a modificare verbi che risultano essere poco efficaci e frasi che puoi convertire in forma attiva. In tal modo trasmetterai in modo migliore e con più impatto i tuoi risultati e desideri.
In genere le lettere di presentazione sono anche la prima cosa che il datore di lavoro legge quando esamina la tua domanda, quindi sfrutta al massimo questa opportunità per distinguerti ulteriormente.
Sii coerente anche in un colloquio
Nel caso in cui un reclutatore o un futuro datore di lavoro ti contatti per un colloquio (avendo quindi apprezzato il tuo CV), l’errore più grosso che puoi fare è presentarti senza preparazione e utilizzando lessico ed espressioni completamente differenti da ciò che è espresso nel curriculum. Questo errore è più frequente di quanto pensi, perché l’attenzione data al perfezionamento del CV si ferma ad esso, senza considerare che in seguito ci si potrà trovare faccia a faccia con chi l’ha valutato (ed è, del resto, il tuo obiettivo).
L’ideale è quindi prepararsi anche per un eventuale colloquio, provando a formulare risposte a ipotetiche domande e allenandosi nell’esprimere le proprie esperienze e competenze così come si sono presentate nel curriculum. Anche dal vivo, i verbi d’azione non dovranno mancare.
Per concludere
Il detto “il diavolo sta nei dettagli” vale anche per il tuo curriculum. Quelli che risultano essere apparentemente piccoli particolari sono in realtà molto importanti quando si tratta della stesura di un CV professionale e interessante. L’utilizzo di verbi d’azione ti aiuterà a migliorare il curriculum, limitando l’inserimento di esperienze poco utili e promuovendo le tue abilità e competenze agli occhi dei futuri datori di lavoro.
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