Ti sei candidato di recente a una selezione di personale per il posto di lavoro che hai sempre sognato, hai avuto la fortuna di sostenere un primo colloquio e sei rimasto per diversi giorni in ansia, in attesa di una risposta e senza sperare troppo.
Poi, quando forse non te lo aspettavi più, ecco che vieni convocato per un secondo colloquio: come sappiamo, raggiungere questo risultato significa percorrere un notevole passo avanti nell’iter di reclutamento di personale.
A questo punto, sai di avere diverse probabilità in più di raggiungere il tuo obiettivo, e ottenere il posto di lavoro che desideri.
Tutto dipende dall’esito di questo nuovo incontro con i responsabili delle risorse umane, o comunque con gli addetti alla selezione e al reclutamento, riservato ai candidati che hanno superato la prima fase della selezione.
Magari è la prima volta che ti capita di arrivare fino al secondo colloquio e non sai come comportarti, o forse ci sei già passato in altre occasioni e, alla fine, non hai ottenuto il risultato tanto atteso. Come affrontare allora il secondo colloquio di lavoro con la giusta dose di grinta e motivazione per ottenere il successo?
In realtà, basta seguire poche e semplici regole di comportamento per trasmettere, nel corso del secondo colloquio, un’impressione di affidabilità e sicurezza di sé, e per ricevere una valutazione positiva dagli addetti alla selezione.
L’importanza delle modalità di comunicazione nel secondo colloquio di lavoro
Affrontare la seconda fase di una selezione con lo stile di comunicazione adatto è la base ideale per offrire all’interlocutore un’immagine positiva e professionale, per distinguersi dagli altri e per mettere in evidenza la propria identità e singolarità.
Nel corso del secondo colloquio, è importante mostrare una certa sicurezza senza però essere sfrontati: un errore tipico dei candidati che superano la prima fase di una selezione è quella di credere già di avere ottenuto il posto, e assumere un atteggiamento quasi spavaldo, e controproducente. A tala riguardo ricorda sempre che i reclutatori tengono conto non solo delle parole ma anche della gestualità.
Prima di tutto è importante rendersi conto che la funzione del secondo incontro selettivo è quella di individuare la persona ideale tra i candidati che hanno superato il primo colloquio. Questo significa che è indubbiamente giusto sentirsi soddisfatti per avere raggiunto questo risultato, ma è ancora presto per mostrarsi troppo orgogliosi.
Piuttosto, è bene cercare di dare valore a questo momento impegnandosi al massimo per farsi notare tra gli altri e distinguersi per le caratteristiche positive e i punti di forza.
Quali persone si incontrano durante il secondo colloquio di lavoro
In occasione del secondo colloquio di lavoro potrebbe accaderti di incontrare la stessa persona che hai già conosciuto durante il primo incontro selettivo, e che abbia deciso di approfondire personalmente la tua conoscenza.
Ma non sempre funziona così, soprattutto per le grandi società, che spesso affidano il secondo giro di colloqui ad uno psicologo o a un dirigente, mentre nelle aziende più piccole potrebbe essere addirittura il titolare o l’amministratore a chiedere un secondo incontro ai candidati che ritiene più idonei al posto.
Una buona idea è quella di cercare di ottenere qualche informazione riguardo alla persona che si occuperà del secondo colloquio, così da potersi approcciare con lo stile di comunicazione più adatto.
Non basarsi mai su quanto detto durante il primo colloquio
Ma in realtà, i reclutatori cosa chiedono nel secondo colloquio di lavoro? Quali quesiti devi aspettarti durante questo incontro così ambito?
Tieni presente che in questa seconda fase è stata già eliminata gran parte dei candidati, e l’obiettivo del reclutatore è quello di individuare, tra i pochi rimasti, il soggetto ideale per la posizione di riferimento.
Probabilmente dispone già di sufficienti informazioni riguardo alle tue competenze, e cercherà di scoprire le tue attitudini personali, la tua capacità di lavorare in team e soprattutto il tuo livello di motivazione.
Spesso ti verrà chiesto di indicare i tuoi punti di forza così come le tue debolezze: non essere troppo tecnico nella risposta, ma cerca piuttosto di raccontare un’esperienza che hai vissuto nel mondo del lavoro e che ritieni essere particolarmente formativa.
Se non hai ancora un background professionale significativo, puoi riferirti ad uno stage o a un’esperienza di volontariato particolarmente appassionante.
Un’altra domanda classica è perché desideri lavorare per quell’azienda, oppure perché, tra i tanti, dovrebbero scegliere te.
Anche in questo caso, è importante mostrare un eccellente equilibrio tra razionalità ed entusiasmo: mostrati informato sul contesto aziendale al quale ti stai proponendo e arricchisci il discorso con qualche elemento personale, ad esempio qualcosa che ti ha impressionato positivamente nel corso del primo colloquio o al tuo primo ingresso nell’azienda.
Secondo colloquio: dimostrare interesse verso l’azienda
Quando un reclutatore ti chiede perché dovrebbe assumerti, non si aspetta solo che tu mostri rispetto e ammirazione per l’azienda dalla quale sei stato convocato.
La migliore strategia per rispondere a questa domanda è infatti quella di parlare dei propri obiettivi e progetti professionali e della carriera che avresti intenzione di intraprendere, trovando una serie di connessioni e affinità con l’azienda e, in particolare, con la posizione lavorativa alla quale ti stai candidando.
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