La comunicazione non verbale nel colloquio di lavoro

La gestualità, la postura e lo sguardo
Per quanto venga spesso sottovalutata, la comunicazione non verbale durante un colloquio di lavoro richiede un’estrema attenzione e svolge una funzione determinante. Infatti, la postura e il linguaggio del corpo sono elementi che raffigurano la personalità, l’umore e lo stato d’animo molto più delle parole.
Proprio per questo, al di là delle competenze e dell’esperienza professionale, il non verbale in un colloquio è uno dei principali criteri di valutazione da parte dei responsabili delle risorse umane, a insaputa dei candidati, che raramente si rendono conto di ciò che esprimono attraverso la gestualità.
Movimenti e posture comuni, e generalmente involontari, ad esempio incrociare le gambe o passarsi le mani tra i capelli, possono essere indice di sicurezza o insicurezza, di timidezza, di paura, così come di forza e determinazione.
Sostanzialmente, per trasmettere una sensazione positiva durante un colloquio di lavoro, è molto importante curare con estrema attenzione i gesti, le pose e le espressioni del viso, per non trasferire all’interlocutore un’immagine di sé alterata o negativa.
Cosa si intende per linguaggio o comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale consiste in tutte quelle posizioni che il corpo assume spontaneamente e quasi del tutto involontariamente, in parte provenienti dalle abitudini personali e in parte dalle emozioni e dallo stato d’animo del momento. A tutti accade, ad esempio, di arrossire, di impallidire o di strizzare gli occhi in un momento di tensione, così come di agitarsi sulla sedia, di giocherellare con i capelli o con un oggetto, di portare le mani al viso e così via.
Tutta questa gestualità è legata in gran parte alle proprie emozioni, e un esaminatore attento potrebbe trarne le sue conclusioni, classificando una persona come troppo ansiosa, insicura, nervosa o poco controllata, per quanto mostri un curriculum di elevato valore professionale. La soluzione è quella di prevenire il problema studiando un linguaggio non verbale nel colloquio di lavoro che trasmetta una sensazione positiva, escludendo le situazioni controproducenti.

Il non verbale nel colloquio: espressioni e gesti da evitare
Come abbiamo detto, il non verbale in un processo di selezione può influenzare notevolmente il risultato di un colloquio di lavoro: per questo è bene studiare il linguaggio del corpo in anticipo ad evitare alcune posture poco favorevoli.
I gesti e le pose delle mani e delle gambe
Da evitare il più possibile sono le braccia incrociate, una posizione comune ma negativa, in quanto trasmette un senso di chiusura e di scarsa comunicatività. Allo stesso modo è bene evitare di incrociare anche le gambe, mantenendo sulla sedia una posizione composta e non eccessivamente rigida.
Gesticolare eccessivamente con le mani non è indicato, così come giocherellare con gli oggetti, e tanto meno guardare spesso l’ora o il cellulare: si tratta di atteggiamenti che potrebbero essere facilmente scambiati per noia o disinteresse.
Prestare attenzione allo sguardo e all’espressione del viso
Il non verbale nel colloquio non consiste solo nella gestualità, ma anche nella direzione e intensità dello sguardo. Come abbiamo detto, si raccomanda di non rivolgere gli occhi all’orologio o al cellulare, ma è controproducente anche abbassare lo sguardo, trasmettendo all’esaminatore l’immagine di una persona insicura.
La soluzione migliore è quella di mantenere sempre gli occhi rivolti all’interlocutore, in maniera spontanea e non sfrontata, anche nei momenti di incertezza o difficoltà. Uno sguardo aperto e naturale, rivolto verso il viso dell’esaminatore, evita anche che questo si renda conto di eventuali piccoli errori di comunicazione.
Linguaggio non verbale e lavoro: sfruttare la gestualità per raggiungere gli obiettivi
Il ruolo della comunicazione non verbale nel colloquio di lavoro può essere determinante anche nell’ottenimento di un risultato positivo: studiando bene gesti e postura, è possibile trasmettere un’immagine di calma, sicurezza e positività, e raggiungere i propri obiettivi professionali.
Una stretta di mano decisa è un ottimo punto di partenza, per poi sedersi in una posizione eretta ma lievemente rilassata, appoggiandosi alla spalliera e mantenendo lo sguardo rivolto all’altro. L’atteggiamento migliore in assoluto è il più naturale possibile, seguendo la conversazione con qualche cenno di assenso e prendendo qualche pausa prima di rispondere alle domande, così da rafforzare l’impressione di spontaneità.
Naturalmente, anche l’abbigliamento ha una certa importanza nella comunicazione non verbale: il consiglio è quello di adottare un look semplice e sobrio, senza eccedere nella formalità e soprattutto evitando i dettagli eccentrici e troppo creativi.